"You write the rules", Harlem di Luca Leone
Il libro di cui vi sto per parlare oggi è un po’ diverso dal
solito. Un libro con cui veniamo a contatto con una realtà che, nonostante gli
anni, non credo si possa attribuire solo ed unicamente agli anni passati.
Prima di tutto è doveroso citare che stiamo parlando di un
romanzo storico le cui differenze con la realtà vengono dettagliatamente
spiegate alla fine del libro nelle Note dell’autore.
Tornando al libro, ci troviamo ad Harlem, un luogo in cui la
criminalità regna sovrana, ma come spesso accade, chi intraprende questa strada
non lo fa per scelta, non che questo sia una giustificazione.
“Appena arrivato in cucina vide
tutta la sua famiglia seduta a tavola. Suo padre in canottiera e bretelle, sua
madre con un asciugamano in testa e una vestaglia malconcia di un colore
sbiadito e le quattro sorelle che cercavano in tutti i modi di vestire come le
ragazze bianche e anche di lisciarsi i capelli perché i ricci erano sinonimo di
Africa e schiavitù, mentre i nastri bianchi e rosa con fiocchi grandissimi
erano il simbolo dell’America nel boom economico e del Rock & Roll.”
“Come per ogni cosa, ci devi essere portato:
devi essere bravo in quello che fai, altrimenti è meglio lasciar perdere.
Questo valeva per tutti, tranne che per i neri. Un nero doveva essere il
migliore in quello che faceva. Il migliore per poter essere considerato come un
bianco nella media, altrimenti finivi nel fango e quindi anche a fare il
malvivente dovevi essere il migliore.”
Abbiamo conosciuto i protagonisti, le loro vite, ed i loro amici. Da giovani ragazzi quali erano stanno ora crescendo, venendo a contatto con le varie responsabilità del caso.
Ed abbiamo poi l’ultima, prima dell’Epilogo finale, che fa un salto temporale e va dal 1977 al 1984.
Vi avviso già da ora che la storia non sempre è facile da leggere, complice anche gli argomenti trattati. Per quanto mi riguarda ammetto che ho avuto un po’ di difficoltà nell’andare avanti con la lettura, soprattutto nell’ultima parte (quella dal 77 all’84) in cui le vite di Pee Wee e Joe hanno avuto una svolta totalmente diversa, seppur non totalmente inaspettata. Ormai cresciuti e divenuti adulti, infatti, si trovano costretti a venir faccia a faccia con quelle responsabilità che non hanno altra scelta se non affrontare.
A quel punto la storia non vedeva più due ragazzini alle prese con la quotidiana ingiustizia, ma due adulti che pagano il prezzo che c’è da pagare.
Mi rendo conto di quanto questa parte possa destare non poca confusione, ma essendo un cambiamento non da poco non voglio rischiare di incappare in spoiler per non rovinarvi la storia. Spero che comprendiate.
Non posso dire che questo libro non mi è piaciuto, non totalmente almeno. Per quanto mi riguarda è stato un 50 e 50, ma sono alquanto sicura che, se vi piace il genere, può rivelarsi una lettura interessante come, nonostante tutto, lo è stata anche per me.
Personalmente mi piace, in alcuni momenti, cambiare genere e distaccarmi da ciò che leggo quotidianamente –vi basti pensare che di punto in bianco mi sono ritrovata ad acquistare e leggere manga. Sono dell’idea che nulla debba essere scartato senza avervi prima dato una possibilità, e mi piace scoprire ed interfacciarmi con cose nuove.
Detto ciò, ringrazio la casa editrice che mi ha contattata e l’autore per avermi fornito una copia del suo libro.
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