"You write the rules", Harlem di Luca Leone

 


Titolo: Harlem, You write the rules
Autore: Luca Leone
TramaFine anni Sessanta: Pee Wee e Joe sono due teenagers neri di Harlem destinati a entrare nella storia del basket di strada. Il primo, spigliato, disinvolto, è il più piccolo di una famiglia numerosa; il secondo è orfano e vive con la nonna. Entrambi sopportano poco la realtà disastrosa del loro quartiere e si affidano al crimine per fare soldi. Pee Wee spaccia droga fin da piccolo e anche Joe finisce col cedere al fascino della ricchezza facile. Li unisce il basket e il Rucker Park, il playground più famoso del mondo. I due crescono con molti soldi e secondo le regole della strada, ma senza il lusso di poter programmare il futuro. L’innato talento nel basket propone loro continue occasioni – il college, l’Nba – per uscire da quel mondo, ma nessuno dei due le afferra mai. Restano dèi dell’asfalto e a loro si inchina anche Doctor J (in una partita realmente giocata). Incapaci di crescere e di guardare il loro vero io, conosceranno il carcere e la guerra, senza maturare mai. Diventeranno leggende in una New York che cambia faccia, ma che nel cuore nero resta uguale, come i giovani che, nonostante gli anni e il progresso, hanno sempre le stesse debolezze e la stessa ingenuità nell’affrontare una realtà dura, quella della strada.
Pagine: 477
Casa EditriceInfinito Edizioni
Prezzo: €17,00


 

Il libro di cui vi sto per parlare oggi è un po’ diverso dal solito. Un libro con cui veniamo a contatto con una realtà che, nonostante gli anni, non credo si possa attribuire solo ed unicamente agli anni passati.
Prima di tutto è doveroso citare che stiamo parlando di un romanzo storico le cui differenze con la realtà vengono dettagliatamente spiegate alla fine del libro nelle Note dell’autore.
Tornando al libro, ci troviamo ad Harlem, un luogo in cui la criminalità regna sovrana, ma come spesso accade, chi intraprende questa strada non lo fa per scelta, non che questo sia una giustificazione.


“Appena arrivato in cucina vide tutta la sua famiglia seduta a tavola. Suo padre in canottiera e bretelle, sua madre con un asciugamano in testa e una vestaglia malconcia di un colore sbiadito e le quattro sorelle che cercavano in tutti i modi di vestire come le ragazze bianche e anche di lisciarsi i capelli perché i ricci erano sinonimo di Africa e schiavitù, mentre i nastri bianchi e rosa con fiocchi grandissimi erano il simbolo dell’America nel boom economico e del Rock & Roll.”

 

Come forse si sarà capito, sia dalla scheda che da questa piccola citazione, ci troviamo negli anni ’60. Più precisamente il libro si divide in tre parti, se così possiamo chiamarle. 
Il primo capitolo parte dal 1964 e va avanti fino al 1968, qui veniamo a contatto con i protagonisti e con le loro storie. Conosciamo Joe, che orfano di entrambi i genitori vive con sua nonna. E conosciamo poi anche Pee Wee che, contrariamente al primo, vive non solo con sua madre e suo padre, ma anche con le sue sorelle. Due vite che sin dal primo momento ci sembrano totalmente differenti ed opposte, ma che celano tuttavia qualcosa di molto simile. La loro passione per la pallacanestro –che è poi ciò a cui ruota intorno la storia, il loro sogno, e la possibilità di non vedere mai quel sogno realizzarsi poiché, nel loro caso, essere bravi non basta.

“Come per ogni cosa, ci devi essere portato: devi essere bravo in quello che fai, altrimenti è meglio lasciar perdere. Questo valeva per tutti, tranne che per i neri. Un nero doveva essere il migliore in quello che faceva. Il migliore per poter essere considerato come un bianco nella media, altrimenti finivi nel fango e quindi anche a fare il malvivente dovevi essere il migliore.”

 

Nella seconda parte ci troviamo negli anni che vanno dal 1969 al 1971.
Abbiamo conosciuto i protagonisti, le loro vite, ed i loro amici. Da giovani ragazzi quali erano stanno ora crescendo, venendo a contatto con le varie responsabilità del caso.
Ed abbiamo poi l’ultima, prima dell’Epilogo finale, che fa un salto temporale e va dal 1977 al 1984.

Vi avviso già da ora che la storia non sempre è facile da leggere, complice anche gli argomenti trattati. Per quanto mi riguarda ammetto che ho avuto un po’ di difficoltà nell’andare avanti con la lettura, soprattutto nell’ultima parte (quella dal 77 all’84) in cui le vite di Pee Wee e Joe hanno avuto una svolta totalmente diversa, seppur non totalmente inaspettata. Ormai cresciuti e divenuti adulti, infatti, si trovano costretti a venir faccia a faccia con quelle responsabilità che non hanno altra scelta se non affrontare.
A quel punto la storia non vedeva più due ragazzini alle prese con la quotidiana ingiustizia, ma due adulti che pagano il prezzo che c’è da pagare.
Mi rendo conto di quanto questa parte possa destare non poca confusione, ma essendo un cambiamento non da poco non voglio rischiare di incappare in spoiler per non rovinarvi la storia. Spero che comprendiate.

Non posso dire che questo libro non mi è piaciuto, non totalmente almeno. Per quanto mi riguarda è stato un 50 e 50, ma sono alquanto sicura che, se vi piace il genere, può rivelarsi una lettura interessante come, nonostante tutto, lo è stata anche per me.
 
Personalmente mi piace, in alcuni momenti, cambiare genere e distaccarmi da ciò che leggo quotidianamente –vi basti pensare che di punto in bianco mi sono ritrovata ad acquistare e leggere manga. Sono dell’idea che nulla debba essere scartato senza avervi prima dato una possibilità, e mi piace scoprire ed interfacciarmi con cose nuove.
Lo stile dell'autore, inoltre, è molto semplice e scorrevole, e l'assenza di un linguaggio difficile o ricercato rende la lettura molto scorrevole e veloce, il che, su un libro che tratta argomenti del genere, è un punto più che a favore.

Detto ciò, ringrazio la casa editrice che mi ha contattata e l’autore per avermi fornito una copia del suo libro.

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