Kerri Maniscalco: A Caccia del Diavolo — Amore, morte e mistero: Quando anche il background più macabro riesce a farti sorridere


Titolo
: A caccia del Diavolo 
Autore: Kerri Maniscalco 
Trama: A cinque mesi dal primo omicidio, dopo aver studiato in Romania, e dopo essersi imbarcata a bordo dell'Etruria, per Audrey Rose è la volta di New York dove la attende un nuovo mistero da risolvere.
Pagine: 480
Prezzo: € 20,00
Casa Editrice: Mondadori 
Data di uscita: 10 Novembre 2020 

Tradotto da Maura Dalai


Attenzione: Quanto riportato in seguito è una recensione sull'ultimo capitolo che vede come protagonista Audrey Rose Wadsworth e, pertanto, mi sembra doveroso avvisarvi che questa particolare recensione potrebbe contenere spoiler sui precedenti capitoli di questa avventura. 
Potete, qualora interessati, leggere comunque le precedenti recensioni QUI


Siamo finalmente (o tristemente) giunti all'ultimo capitolo della tetralogia che ha conquistato molti di noi in questi ultimi mesi. A conquistarci maggiormente è forse stato il carattere di Thomas Cresswell, che, ne sono quasi certa, è mancato moltissimo anche a voi.
Ad ogni modo, così come per gli altri libri, anche in questo caso la storia è ambientata qualche settimana dopo gli accaduti del libro che la precede e, in questo specifico caso, dopo le avventure sull'Etruria. Come viene sottolineato nei primi capitoli, infatti, sono trascorsi poco più di cinque mesi dal primo omicidio. 

Amori ed autopsie.
Due argomenti completamente diversi tra loro che, nonostante questo, riescono a trovare in queste pagine un punto di incontro. Dopotutto, vi aspettereste mai di trovare l'amore della vostra vita mentre siete impegnati in un'autopsia?
Se la risposta è no, sappiate che non vi biasimo di certo. Come ho già detto sono due argomenti così diversi tra loro che associare la parola "amore" ad un cadavere risulterebbe quasi macabro e surreale. 
Eppure, nonostante questo background sicuramente singolare, l'autrice è riuscita a tirar fuori una storia d'amore che ci ha tenuti incollati alle pagine. 
Inutile forse specificare che si parla di Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell che, sebbene la loro relazione sia ben lontana dall'essere romantica, è sicuramente riuscita a trovare punti di forza. 

Tuttavia, come avrete immaginato, non è certo un libro incentrato solo ed unicamente su una storia d'amore: Il mistero, ancora una volta, non mancherà a farci compagnia in queste pagine. 

Per andare maggiormente nello specifico, questa volta ci troviamo a New York, dove, sin da subito, ci ritroviamo faccia a faccia con qualcuno che sembra voler emulare le vittime di Jack lo Squartatore, possiamo quindi ritrovare un immediato rimando al primo capitolo di quest'avventura. 
Parlare di questo libro senza il timore di incappare in spoiler, me ne rendo conto in questo momento, è tutt'altro che facile: Lasciatemi tuttavia dire che, a lettura terminata, ho particolarmente apprezzato, come il tutto fosse collegato dallo stesso filo conduttore. 
Collegamento che, leggendo l'approfondimento extra, riuscirete ad apprezzare maggiormente poiché si nota il grande lavoro che c'è dietro questa tetralogia -un lavoro da parte dell'autrice che trovo non debba assolutamente passare inosservato. 

Come nei precedenti capitoli, inoltre, la figura di Audrey Rose e la sua modernità riescono a catturare la scena. Una modernità che ho forse menzionato nelle precedenti recensioni ma che, ancora una volta, ci tengo a portare alla luce ed all'occhio di un potenziale lettore. Siamo in un periodo storico in cui i matrimoni combinati erano una cosa normale e la donna non era altri che una madre ed una moglie. Ed ho apprezzato come, i protagonisti, si allontanino nettamente da questa mentalità. 
La stessa Audrey Rose è appassionata di medicina legale -occupazione che per una donna è vista come un qualcosa di sconveniente, ma anche Thomas si distacca molto dalla mentalità dell'epoca trattando Audrey Rose non come una donna che deve sottostare agli ordini di un suo potenziale marito, ma come una sua pari. 

Infine, ma non meno importante, c'è una citazione, che ho particolarmente apprezzato e che non posso non riportarvi ed analizzare.

"Mentre io mi arrovellavo su dessert e altre prelibatezze francesi, e piangevo per la perdita di graziose scarpette, a pochi isolati di distanza la gente lottava per sopravvivere. Ingoiai un nodo amaro. Il mondo doveva diventare un posto migliore. E, se ciò non fosse stato possibile, eravamo noi, i suoi abitanti, a doverci impegnare per essere migliori."

È una frase, posta nei primissimi capitoli, che mi ha particolarmente catturata, in quanto, anche al di fuori del periodo storico e di quelle pagine, ancora oggi c'è molta realtà. 
Non voglio ora soffermarmi sul giusto o sul sbagliato di avere determinate preoccupazioni o angosce, sono la prima ad essere spesso giù di morale per questioni che potremmo etichettare come stupide o sbagliate.
Siamo esseri umani, per quanto egoista non è sbagliato stare male o dare importanza a quella che potrebbe essere la cosa sbagliata, non siamo i piloti dei nostri sentimenti, e spesso non possiamo decidere di stare male per qualcosa. Tuttavia, è bene ricordarlo, che nel nostro piccolo siamo sicuramente più fortunati di altri e che, dopotutto, dovremmo essere grati e felici di quello che abbiamo. E questo, forse, può aiutarci in quei momenti "no", come se volessimo dare a noi stessi una piccola strigliata. Poiché, a volte, un piccolo sguardo verso il mondo fuori dalla nostra finestra, non ci farebbe male. 
Ed ammetto di essere la prima a dover imparare a tenere a mente queste cose. 

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